L'esperienza Emergenza umanitaria Nord Africa
IL COMMISSARIO DELEGATO PER GLI INTERVENTI
Pianifica e gestisce l'accoglienza attraverso il Sistema nazionale di protezione civile
Il Commissario delegato per la realizzazione di tutti gli interventi necessari a fronteggiare lo stato di emergenza nazionale è il Capo dipartimento della Protezione Civile della presidenza del Consiglio dei ministri.
Il 12 febbraio 2011 è stato dichiarato lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale per l’eccezionale afflusso di cittadini provenienti dai Paesi del Nord Africa, situazione resa ancora più complessa dal conflitto in corso nel territorio libico e dall’evoluzione degli assetti politico-sociali nei paesi della fascia del Maghreb e in Egitto.
Nella riunione del 6 aprile la cabina di regia della Conferenza Unificata, istituita per questa emergenza, ha richiesto l’intervento del Sistema nazionale di protezione civile per pianificare e gestire l'accoglienza sia dei profughi sia dei migranti arrivati dal 1° gennaio al 5 aprile 2011 dai Paesi del Nord Africa che sono in possesso del permesso temporaneo di soggiorno e hanno richiesto assistenza.
In base a questo mandato il Dipartimento della Protezione Civile ha attivato un tavolo di lavoro con le Direzioni di protezione civile regionali, i rappresentanti dell’Upi - Unione delle province d'Italia e dell’Anci - Associazione nazionale dei comuni italiani, che si è riunito nelle giornate del 7 e del 12 aprile per definire le modalità di coinvolgimento delle amministrazioni regionali e locali.
Il tavolo di lavoro ha predisposto un Piano per la gestione dell’accoglienza dei migranti che prevede per ogni Regione diverse fasi di attuazione che tengono conto delle assegnazioni già realizzate, così da garantire in ogni fase un’equa distribuzione sul territorio nazionale.
L’Opcm n. 3933 del 13 aprile 2011 affida al Capo Dipartimento della Protezione Civile l’incarico di Commissario Delegato per la realizzazione di tutti gli interventi necessari a fronteggiare lo stato di emergenza dichiarato con i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 febbraio e 7 aprile
IL PIANO DI ACCOGLIENZA NAZIONALE
Il Piano è il documento ufficiale che definisce la risposta operativa del Sistema nazionale di protezione civile all’emergenza umanitaria Nord Africa.
Il documento propone un modello di accoglienza modulare per garantire assistenza a massimo 50mila migranti entrati in Italia tra il 1° gennaio e il 5 aprile 2011 in strutture dedicate fruibili nell’immediato o in tempi brevi. Non è previsto che i migranti assistiti siano ospitati in tende o altre strutture temporanee.
Obiettivi del Piano. Assicurare la prima accoglienza, garantire l’equa distribuzione sul territorio italiano e provvedere all’assistenza dei profughi e dei migranti arrivati in Italia negli ultimi tre mesi dai Paesi del Nord Africa che beneficiano del permesso di soggiorno temporaneo con il dpcm del 5 aprile. A questo scopo il Piano, partito operativamente il 15 aprile 2011, ha definito anche misure, procedure e responsabilità in carico ai diversi soggetti che concorrono alla sua realizzazione.
Il Piano si basa su una gestione condivisa dell’accoglienza dei flussi migratori per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza e coinvolge il Dipartimento della Protezione Civile, le Amministrazioni regionali e delle Province Autonome, gli Enti Locali e altri soggetti appartenenti al Sistema nazionale. L'ordine pubblico e le procedure di identificazione dei migranti e di concessione dello status di richiedente asilo, minore non accompagnato o beneficiario del permesso di soggiorno temporaneo prevista dal decreto del 5 aprile 2011, così come tutte e altre attività che non rientrano nell'assistenza o sono rivolte a migranti non coinvolti nell'emergenza dichiarata il 12 febbraio scorso, sono assicurate dalle amministrazioni che ne hanno competenza ordinaria.
Il documento propone un modello di accoglienza modulare per garantire assistenza a massimo 50mila migranti entrati in Italia tra il 1° gennaio e il 5 aprile 2011 in strutture dedicate fruibili nell’immediato o in tempi brevi. Non è previsto che i migranti assistiti siano ospitati in tende o altre strutture temporanee.
Dal Piano nazionale – che è anche strumento di raccordo tra amministrazioni dello Stato, Regioni, Enti Locali e strutture operative – discendono i diversi piani regionali per l’attuazione delle misure di assistenza a livello locale.
La prima accoglienza. Il Piano prevede che siano assicurate l’assistenza sanitaria e di primo ristoro anche per i migranti che continuano ad arrivare dopo il 5 aprile. L'accoglienza è seguita, da parte delle autorità competenti, dall’avvio delle procedure di rimpatrio per gli immigrati clandestini e di distribuzione sul territorio italiano per quanti appartengono alle altre categorie.
La distribuzione sul territorio. Il Piano prevede una distribuzione sul territorio nazionale basata sui concetti di equa distribuzione e modularità. L’approccio modulare consiste nel suddividere il numero di migranti attesi in gruppi multipli di 10mila unità da assegnare alle diverse Regioni in base al fattore “d” che ne definisce la distribuzione relativa sul territorio. Il fattore “d” è la percentuale relativa di popolazione totale residente nel territorio di ogni singola Regione rispetto al totale nazionale, a esclusione della popolazione della Regione Abruzzo colpita dal terremoto del 6 aprile 2009. Il fattore “d” è stato determinato dai dati di popolazione residente in Italia ricavati dal censimento ISTAT 2010.
Chi viene assistito e come. Ai migranti che richiedono i benefici previsti dall’art. 20 del Testo Unico sull’Immigrazione sono garantiti da subito vitto, alloggio e assistenza sanitaria di base. Ai richiedenti asilo e ai minori non accompagnati è garantita l’assistenza prevista dalla normativa nazionale attuativa delle convenzioni internazionali.
Il Sistema di coordinamento. Il coordinamento delle misure previste nel Piano è assicurato dal Commissario Delegato attraverso il Dipartimento della Protezione Civile, che si avvale di una struttura interna organizzata per funzioni di supporto. Presso ogni Regione il soggetto attuatore istituisce un’analoga struttura per il coordinamento dell’assistenza sul territorio. In base alla consistenza degli afflussi di migranti potranno essere costituiti sul territorio dei Coa - Centri Operativi Avanzati.
INTESA GOVERNO, REGIONI E AUTONOMIE LOCALI
Tutte le Istituzioni della Repubblica sono impegnate ad affrontare l'emergenza umanitaria del Nord Africa.
Il Governo, le Regioni ed Enti locali hanno sottoscritto una intesa per far fronte all'emergenza. Nel documento si ricorda che tutte le Istituzioni si impegnano ad affrontare questa emergenza umanitaria con spirito di leale collaborazione e solidarietà. Ciò impegna tutti i livelli della Repubblica ad essere coerenti e conseguenti a questa scelta politica".
Nella cabina di regia della Conferenza Unificata del 6 aprile 2011, il Governo, le Regioni e Province autonome e gli Enti locali, preso atto che il Governo per affrontare l’emergenza umanitaria ha assunto la determinazione – sulla base anche del confronto con Regioni e Enti Locali – di avvalersi dell’articolo 20 del T.U. Immigrazione, ribadiscono che tutte le Istituzioni della Repubblica responsabilmente si impegnano ad affrontare questa emergenza umanitaria con spirito di leale collaborazione e solidarietà. Ciò impegna tutti i livelli della Repubblica ad essere coerenti e conseguenti a questa scelta politica.
Ciò premesso, il Governo, le Regioni e Province autonome e gli Enti locali convengono di integrare il precedente accordo, siglato lo scorso 30 marzo, con i seguenti punti:
1) il Governo si impegna ad avviare un’iniziativa verso l’Unione Europea per dare corso all’articolo 5 della Direttiva n. 55 del 2001;
2) i destinatari del permesso di soggiorno di cui all’articolo 20 che opteranno per la permanenza in Italia saranno assistiti su tutto il territorio nazionale e di ciò si fa garante il Governo;
3) il piano per l’accoglienza dei profughi sarà presentato entro 10 giorni attraverso il sistema di protezione civile nazionale, deve prevedere step di attuazione per singola Regione, tenendo conto delle assegnazioni già realizzate in queste settimane, mantenendo così in ogni fase l’equa distribuzione sul territorio nazionale. Tale piano dovrà prevedere anche l’assistenza per gli immigrati a cui è riconosciuto l’articolo 20 per coloro che decidessero di rimanere in Italia. Anche al fine di determinare e avere il quadro progressivo ed esatto delle presenze nell’ambito di tutto il territorio nazionale. A tal fine è ripristinato il tavolo presso il Dipartimento nazionale della Protezione civile con il sistema della Protezione civile regionale, integrato dai rappresentanti di Anci e Upi e Regioni;
4) deve essere assicurato un finanziamento adeguato e capiente per sostenere l’emergenza al Fondo presso il Dipartimento nazionale di Protezione civile che sarà utilizzato per finanziare le attività su tutto il territorio nazionale del sistema di protezione civile. Ciò va attivato attraverso apposita ordinanza di protezione civile;
5) per dare piena attuazione all’accordo precedente in relazione ai minori stranieri non accompagnati, deve essere assicurato il finanziamento pluriennale creando un Fondo apposito in favore dei Comuni che prendono in carico i minori, cui spetterà di assegnare il minore alle strutture a tal fine autorizzate;
6) questo nuovo sistema di accoglienza diffusa sull’intero territorio nazionale consente di superare l’attuale gestione degli immigrati irregolari.
CABINA DI REGIA TRENTINA
Due tavoli per coordinare le azioni di accoglienza dei profughi dal Nord Africa.
L'intervento della Provincia autonoma di Trento all'interno del Sistema nazionale di protezione civile in favore dei profughi provenienti dal Nord Africa è stato deciso con deliberazione n. 696 del 2011. Con questo provvedimento è stata istituita una "cabina di regia trentina" composta da due tavoli: uno istituzionale politico e uno tecnico operativo.
Le Regioni, Province autonome e gli Enti locali hanno concordato con il Governo nazionale, in particolare con l’accordo sottoscritto in data 30 marzo 2011, come integrato successivamente in data 6 aprile 2011, che ciascun Ente territoriale (ad esclusione dell’Abruzzo) si impegni ad accogliere le persone bisognose di protezione internazionale provenienti dal Nord Africa “secondo un criterio di equa e sostenibile distribuzione su tutto il territorio nazionale”.
Gli interventi che la Provincia autonoma di Trento pone in essere per l’accoglienza sono disciplinati dalla deliberazione della Giunta provinciale n. 2905 del 2003 recante “Approvazione del protocollo di procedura per l'accoglienza dei richiedenti asilo in provincia di Trento ai sensi della legge provinciale 2 maggio 1990, n. 13”, da ultimo modificata con deliberazione n. 1649 del 2007.
Al fine di coordinare le azioni di accoglienza la Giunta provinciale di Trento ha istituito una “Cabina di regia trentina” così articolata:
1) Tavolo di coordinamento istituzionale e politico presieduto dal Presidente della Provincia autonoma composto da:
- il Commissario del governo per la Provincia di Trento,
- il Presidente del Consiglio delle autonomie,
- i Presidenti delle Comunità di valle,
- i Sindaci dei Comuni di Trento e di Rovereto e gli assessori provinciali competenti in materia di immigrazione, politiche sociali e sanitarie e autonomie locali;
2) Tavolo di coordinamento tecnico presieduto dal dirigente generale il Dipartimento competente in materia di Protezione civile composto da:
- tecnici degli assessorati provinciali competenti in materia di protezione civile, immigrazione, politiche sociali e sanitarie e autonomie locali;- tecnici del Commissariato del Governo per la provincia di Trento;
- tecnici dei Comuni di Trento e di Rovereto, del Consiglio delle autonomie e delle Comunità di Valle.
A tale tavolo possono essere convocati associazioni, enti e organizzazioni che svolgono attività abituale in favore degli immigrati o soggetti in stato di bisogno nonchè le associazioni di volontariato che, operanti nel campo della protezione civile, intendono contribuire in iniziative per il superamento delle difficoltà che ostacolano l'inserimento dei richiedenti asilo nella comunità trentina.
L'intesa specifica che la spesa necessaria per realizzare gli interventi e le azioni concordate sono poste a carico di un fondo costituito presso il dipartimento nazionale di protezione civile attraverso apposita ordinanza di protezione civile.
LINEE GUIDA PER L'ACCOGLIENZA IN TRENTINO
Le indicazioni della Giunta provinciale di Trento per l'accoglienza dei richiedenti la protezione internazionale.
Le linee guida hanno lo scopo di individuare le condizioni materiali d'accoglienza per garantire una qualità di vita adeguata per la salute ed il benessere dei richiedenti la protezione e dei familiari al seguito sulla base di accordi internazionali, e per proteggere i loro diritti fondamentali fino al riconoscimento dello status di rifugiato.
1) i richiedenti la protezione vanno informati sui diritti ed obblighi loro spettanti con riferimento alle condizioni di accoglienza, sulle organizzazioni o persone che forniscono specifica assistenza legale e sulle organizzazioni che possono aiutarli riguardo alle condizioni di accoglienza disponibili ed in particolare riguardo all'assistenza sanitaria cui hanno diritto, nonché sui corsi di apprendimento linguistico od altri corsi a cui possono accedere e sui programmi di rimpatrio volontario, laddove siano disponibili;
2) quando si provvede ad alloggiare il richiedente la protezione, adottare, laddove è possibile, misure idonee per preservare l'unità del nucleo familiare presente nel territorio provinciale;
3) provvedere che i figli minori dei richiedenti la protezione e i minori soli abbiano accesso al sistema scolastico e ai servizi educativi in genere presenti sul territorio alla stessa stregua dei cittadini italiani e stranieri residenti in Trentino;
4) assicurare condizioni materiali d'accoglienza, che possono essere fornite in natura o in forma di sussidi economici o buoni, che garantiscano una qualità di vita adeguata per la salute ed il benessere dei richiedenti la protezione e dei familiari al seguito, e una tutela dei loro diritti fondamentali;
5) l'importo complessivo dei sussidi o buoni relativi alle condizioni materiali d'accoglienza deve essere sufficiente affinché il richiedentela aprotezione e i familiari al seguito non versino in stato di indigenza, e comunque l’importo non deve essere superiore agli interventi di sostegno economico erogabili alla generalità dei cittadini in condizioni di bisogno comparabili;
6) si possono ridurre o revocare le condizioni materiali d'accoglienza, quando ai richiedenti la protezione e ai familiari al seguito viene concesso l'accesso al mercato del lavoro, oppure quando siano decorsi 6 mesi, prorogabili di altri 6 mesi, dal riconoscimento formale dello status di rifugiato, più eventuale deroga di altri 3 mesi in caso di situazioni particolarmente problematiche segnalate dai servizi sociali o individuate dal Cinformi del Servizio per le politiche sociali e abitative della Provincia autonoma di Trento. La revoca o la riduzione delle condizioni materiali di accoglienza, inoltre, è prevista anche nelle seguenti ipotesi:
- se il richiedente asilo, o il familiare al seguito, si è ripetutamente comportato in modo violento o minaccioso verso gli addetti del centro di accoglienza o verso le persone ivi alloggiate;
- qualora il richiedente asilo, o il familiare al seguito, possa attingere ad altre fonti di sostegno economico o materiale;
- se il richiedente asilo o un familiare al seguito non si conforma ad un provvedimento facente obbligo di rimanere in una località determinata dalle autorità competenti;
- se il richiedente asilo impedisce ai minori per i quali è responsabile di frequentare la scuola o singoli corsi dei programmi scolastici ordinari;
- se il richiedente asilo non partecipa alle iniziative concordate con il gruppo di lavoro.
7) l'alloggio può essere concesso in una delle seguenti forme oppure mediante una combinazione delle stesse, garantendo la tutela della vita privata e familiare:
- in centri di accoglienza;
- in case, appartamenti o alberghi privati;
- tramite la concessione di sussidi economici o buoni di importo sufficiente affinché i richiedenti asilo possano trovare un alloggio indipendente;
8) dare la possibilità ai richiedenti asilo di accedere a corsi professionali, linguistici e sui diritti e doveri già previsti o di organizzarne ad hoc, allo scopo di capitalizzare il tempo di attesa.
IL SISTEMA DI ACCOGLIENZA TRENTINO
breve schema riepilogativo
In estrema sintesi come è organizzato in Trentino il sistema di accoglienza per l'emergenza profughi dal Nord Africa e le attività previste.
PRIMA ACCOGLIENZA A MARCO DI ROVERETO
per il tempo strettamente necessario ad individuare un alloggio adeguato alle caratteristiche delle persone
Coordinamento attività
Dipartimento Protezione civile della Provincia autonoma di Trento
Risposta bisogni primari e sanitari
Protezione civile e soggetti convenzionati (Croce Rossa, Nu.Vol.A e Ass. Psicologi per i popoli)
Assistenza tecnica e raccolta dati
Cinformi del Servizio politiche sociali e abitative e soggetti convenzionati (Ass. Centro Astalli e Coop. Città Aperta)
ACCOGLIENZA SUL TERRITORIO TRENTINO
in alloggi distribuiti sul territorio fino al raggiungimento dell’autonomia personale
Coordinamento attività
Dipartimento Protezione civile e Cinformi del Servizio politiche sociali e abitative della Provincia autonoma di Trento
Ospitalità in alloggi in semiautonomia o in centri specializzati
Soggetti convenzionati con la Provincia (Atas onlus, Appm, Si Minore, Villa S. Ignazio, Casa della giovane)
Assistenza tecnica
Soggetti convenzionati con la Provincia (Ass. Centro Astalli, Coop. Città Aperta, Ass. Psicologi per i popoli e Centro Daognidove Apps)
Attività per il tempo
Associazioni di volontariato (Caritas, Croce Rossa, Fondazione comunità solidale, Ass. El puerto, Ass. Aiuto per i Balcani, Ass. La Savana, Parrocchie)
PROGETTO DI ACCOGLIENZA (secondo i bisogni rilevati)
• alloggio in pronta accoglienza o semiautonomia
• vitto e buoni spesa per necessità personali
• corsi di lingua e cultura italiana
• attività formative socio-lavorative
• iniziative culturali e di conoscenza del territorio
• accompagnamento ai servizi socio-sanitari
• supporto psico-sociale
• mediazione interculturale
• tessere trasporto pubblico
• assistenza procedure domanda di asilo
CABINA DI REGIA TRENTINA
Tavolo di coordinamento istituzionale e politico
• Presidente Provincia autonoma
• Commissario governo
• Presidente Consiglio autonomie
• Presidenti Comunità di valle
• Sindaci Comuni Trento e Rovereto
• Assessori prov.li immigrazione, politiche socio-sanitarie e autonomie locali
Tavolo di coordinamento tecnico
• dirigente generale Protezione civile
• tecnici enti tavolo istituzionale
• possono essere convocate le associazioni interessate
EMERGENZA ACCOGLIENZA
Un progetto di servizio civile della Provincia autonoma di Trento
Il progetto “Emergenza Accoglienza” del servizio civile della Provincia autonoma di Trento nasce per dare una risposta adeguata ai servizi di accoglienza solidale dei profughi provenienti dall’Africa del Nord in seguito ai recenti conflitti. Il progetto coinvolge 12 giovani volontari del servizio civile per un anno.
Il progetto “Emergenza Accoglienza” nasce per dare una risposta adeguata ai servizi di accoglienza solidale dei profughi provenienti dall’Africa del Nord in seguito ai recenti conflitti; il Trentino che normalmente si trova ad accogliere un flusso di circa 30 rifugiati / richiedenti asilo all’anno, deve fronteggiare un’emergenza che in meno di un mese ha visto giungere più di un centinaio di rifugiati che manifestano difficoltà e necessità di vario genere:
- di comunicazione con le istituzioni, sia per differenze linguistiche che culturali;
- di migliorare il loro inserimento nella comunità trentina con programmi di accoglienza, valorizzazione della cultura di origine, progetti didattici di avvicinamento alla lingua italiana;
- spaesamento culturale, territoriale, ambientale;
- lontananza dal paese di origine e dalle famiglie; - possibili problemi di salute legati alla diaspora in mare;
L’amministrazione provinciale, la rete associativa e la popolazione trentina si sono attivati con spirito solidale per mettere in campo adeguate misure per fronteggiare questa emergenza. Tuttavia, le dimensioni del fenomeno, che si protrarrà nel tempo, e la molteplicità e complessità delle attività richiedono l’approntamento di adeguati strumenti specifici che garantiscano intervento su due principali ambiti:
- accompagnamento dei rifugiati nelle procedure amministrative e presso i servizi; - supporto dei rifugiati nelle fasi di insediamento territoriale in particolare per favorire la costruzione di reti relazionali positive con le istituzioni, con il mondo dell’associazionismo e del volontariato.
In sintesi gli obiettivi del progetto sono:
1) facilitare la comunicazione tra i profughi le istituzioni;
2) facilitare l’inserimento in alloggi di prima accoglienza o di semiautonomia;
3) accompagnamento ai servizi socio-sanitari;
4) assistenza alle procedure per la domanda di asilo;
5) favorire l’integrazione dei profughi sui territori;
6) favorire la conoscenza, la comprensione ed il rispetto di culture e strutture di pensiero diverse;
7) superare le barriere degli stereotipi e dei retaggi culturali, per far acquisire dei vissuti valoriali riferiti al pluralismo e alla valorizzazione delle differenze.
I Risultati attesi:
1) adattamento alla nuova vita e recupero di qualità esistenziale;
2) capacità di espressione elementare in lingua italiana e in lingua inglese;
3) conoscenza del territorio;
4) conoscenza reciproca tra profughi e popolazione locale di tradizioni, leggende, racconti e storie anche personali;
5) raccolta, sistematizzazione e valorizzazione delle storie personali, anche in forma editoriale;
6) tutte le componenti coinvolte si formeranno in un approccio di educazione/animazione multiculturale;
7) raccolta, condivisione e dimensionamento delle opinioni idee, dubbi e timori reciproci rispetto al fenomeno ed al nuovo inserimento territoriale.
Il progetto si articola in due ambiti distinti:
il primo prevede le attività di ingresso e socializzazione con una realtà strutturata ed organizzata, lontana dal vissuto dei profughi. In questo ambito si attivano le iniziative di introduzione ai servizi socio-sanitari e abitativi, e le procedure di richiesta di regolarizzazione o di domanda di asilo.
il secondo prevede l’organizzazione e la gestione di una rete di relazioni territoriali per favorire l’integrazione e la convivenza solidale.
Azioni attuate con il coinvolgimento dei giovani in Servizio Civile
il primo ambito prevede l’accompagnamento , anche fisico presso le strutture e gli sportelli specifici, la mediazione linguistica e l’attivazione nelle procedure amministrative e burocratiche.
il secondo ambito prevede l’attivazione di:
1) attività creative, didattiche per i profughi;
2) corsi di avvicinamento alla lingua italiana;
3) di una rete di relazioni con enti ed associazioni sul territorio per favorire:
incontri con gruppi ed associazioni giovanili attivi sui territori;
incontri con le associazione di migranti che si occupano di solidarietà e promozione sociale;
4) visite di conoscenza del territorio;
5) raccolta di documentazione di esperienze e vissuti personali, di tradizioni, miti, leggende;
6) attività creative ed espressive per favorire la comunicazione e l’integrazione culturale;
7) raccolta e conseguente analisi di proposte, esperienze ed iniziative rivolte alla produzione e raccolta di idee, suggerimenti, innovazioni;
8) punto di ascolto per i dubbi e le paure della collettività.